venerdì 1 marzo 2013

Phnom Penh

Da un paio di giorni mi trovo a Phnom Penh nella parte sud-orientale della Cambogia, la capitale che si trova alla confluenza dei fiumi Tonlé Sap e Mekong. Phonm Penh, un tempo chiamata la Perla dell'Asia, è il centro economico e culturale di questo Paese, famosa per la sua architettura - un mélange di stile coloniale francese e khmer - e per il tragico fatto storico relativo ai khmer rossi che con a capo Pol Pot nel 1975 evacuarono i cittadini dalle città alle campagne in fattorie comuni e letteralmente sterminarono senza pietà ogni oppositore del regime.

E da questo drammatico evento inizio a raccontare la mia scoperta di questa città... perché la visita al Tuol Sleng (oggi Museo del Genocidio) mi ha profondamente scioccato e colpito nel profondo. Questa struttura composta da cinque edifici era un tempo una scuola superiore che nel 1975 fu convertita in centro interrogatori e di prigionia su ordine di Pol Pot e rinominata Ufficio di Sicurezza 21 (S-21) dal regime comunista: fu circondata da un recinto di filo spinato elettrificato, le classi trasformate in minuscole celle e camere della tortura e tutte le finestre furono sbarrate con assi di ferro e filo spinato. Non ho scattato alcuna foto, non mi è sembrato il caso... vagare tra le classi adibite a sale interrogatori e torture è stato per me molto scioccante: leggere il ferreo (ed assurdo) regolamento imposto, vedere le raffigurazioni delle torture applicate ai prigionieri (anche donne e bambini...), osservare le foto autentiche dei ritrovamenti di alcune vittime atrocemente sfigurate dalle torture (esattamente nel punto in cui mi trovavo) scattate quando nel 1978 i Vietnamiti invasero il Paese... sono stato sconvolto nel profondo. In molte aule si trovano dei grandi tabelloni con appese le foto in bianco e nero dei prigionieri (e in seguito vittime): me le sono passate tutte, una per una... ho guardato negli occhi ogni singola persona, non ne ho saltata una... una sorta di rispetto dovuto... forse per chiedere loro scusa.

Passando tra le foto e incrociando quegli sguardi gli occhi mi si sono quasi colmati di lacrime... tutti avevano espressioni di rassegnazione, sembravano quasi assenti, alcuni sorridevano forse in segno di sfida (ma credo per dimostrare superiorità), altri avevano gli occhi chiusi o abbassati... in questo momento ho i brividi e sto piangendo. Molte delle guardie e dei torturatori erano gli stessi bambini strappati alle loro madri che a seguito di un apposito addestramento diventavano sadici e spietati. Si stima che le vittime siano 20.000... solo 14 sono sopravvissuti e sono tutt'ora in vita.
Quanto male e atrocità disumane è in grado di fare un essere umano... mi vergogno.

La prima sera, vagando sul lungofiume alla ricerca di un ristorante dove mangiare spendendo una cifra ragionevole (Happy Phnom Penh Pizza, si mangia bene e si spende il giusto), mi sono addentrato presso una pagoda illuminata a giorno (non mi ricordo il nome, ma si trova tra il Palazzo Reale e il Museo Nazionale) ed è stata un'esperienza molto suggestiva: fantastica atmosfera e straordinaria architettura khmer.



Il mio tour di Phnom Penh è iniziato alle 09:00AM quando il mio tuk-tuk è passato a prendermi (avevo concordato il giorno prima un importo di US$ 10 per il giro della città e dei maggiori luoghi d'interesse). La prima meta sono stati il Royal Palace e la Silver Pagoda (ingresso US$ 6,5): sono stato abbastanza fortunato perché nonostante l'afflusso di turisti sono riuscito a girare tranquillamente e a scattare foto... un'oasi di pace e di verde lussurioso, ne è valsa la pena. Il Palazzo Reale domina il lungo fiume proprio dove i due fiumi s'incontrano, la Silver Pagoda prende il nome dalle 5.000 tegole d'argento (1Kg ciascuna) di cui è composta la sua copertura.

Royal Palace

Royal Palace
Royal Palace

Royal Palace

Silver Pagoda
Silver Pagoda
Il giro è poi proseguito visitando il Nationl Museum dove si trova una collezione di sculture Khmer (nulla di entusiasmante dopo aver visitato Angor), Wat Ounalom che è il centro del buddhismo cambogiano, Wat Phnom e i due mercati principali della città, Psar Thmei che è il mercato centrale e Phsar Tuol Tom Pong (Russian Market) dove si possono fare acquisti a prezzi molto interessanti dopo aver trattato un minimo.



National Museum

chi mi sa dire il nome di questo fiore?

Phnom Penh mi è piaciuta (a parte il traffico che a seconda degli orari è peggio che a Bangkok... difficile a credersi), si è rivelata una città affascinante e la sera passeggiare sul lungo fiume è molto romantico (meglio in due), credo che tre giorni bastino per visitarla con tutta tranquillità ed apprezzare la sua architettura.
Domani sera ho il volo per il Laos destinazione Vientiane, nuovo Paese e nuova cultura da scoprire. Se avessi avuto la possibilità avrei allungato la mia permanenza in Cambogia perché si è rivelato un luogo molto affascinante e storicamente interessante (preparatevi però a pagare per qualsiasi luogo vogliate visitare, a volte cifre non congrue)... solo la popolazione non mi ha colpito particolarmente, nulla a che vedere con la gioiosa cordialità e spontanea predisposizione della Thailandia e dell'Indonesia... mi mancano quei sorrisi.

Continue to dream and fly elsewhere... new experiences... the world is fascinating!
A big hug!  

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