giovedì 13 dicembre 2012

Railay: climbing e natura

WOW!!! Oggi è stata una giornata memorabile... e di grande soddisfazione. Anche se ora sono un po' sofferente... ma andiamo per passi.

Da un paio di giorni ci troviamo a Railay nella provincia di Krabi: un altro angolo di paradiso, seppur diverso da quelli vissuti precedentemente... qui si viene letteralmente abbracciati dalla natura circostante, si è perennemente sovrastati da imponenti formazioni carsiche... ti osservano dall'alto, talvolta incutono riverenza. Sono qui chissà da quanto, ha visto emergere e poi modificarsi quest'isola... sono qui da sempre.


Questa luogo abbastanza isolato è anche il paradiso per il climbing, considerato tra i luoghi più belli al mondo ove praticare arrampicata: qui gli appassionati di questo sport possono trovare più di 700 vie di arrampicata... e spesso sono su lati che offrono straordinari giochi e conformazioni incredibili di rocce, cascate imponenti di stalattiti. Le ammiri standone sotto... le apprezzi quando sei in alto.

Essendo qui non potevamo assolutamente esimerci dal fare qualche arrampicata; già al nostro arrivo, avvicinandoci a bordo della long tail boat, scrutavamo con attenzione queste immense pareti (che salgono anche oltre i 300 metri) e discorrevamo abbastanza gasati su quali fossero le vie di risalita e il relativo livello di difficoltà. Ieri siamo stati tutto il pomeriggio al Muay Thai Wall sul lato Est dell'isola, panorama mozzafiato anche se l'acqua qui è più fangosa e circondata da mangrovie (per fare attività balneare si va su Hat Rai Leh West dove si giunge con la barca se si parte da Ao Nang; circa 20-25 minuti e costo di 100Bt).

Abbiamo iniziato con una salita davvero entusiasmante: da sotto sembrava abbastanza impegnativa così ho domandato "It's easy for the beginners?", "Yes... not so hard"... non è stata proprio la risposta che mi aspettavo (e speravo), ma ormai ero lì. Beh, a parte un paio di punti un po' lisci è stata davvero bella, mi ha caricato! Livello di difficoltà (saputo a posteriori) 6a... secondo il mio compagno un po' meno, ma fa davvero poca differenza: riuscire a salire lavorando perfettamente di gambe e poco di braccia (solo in due passaggi in particolare) è stata una gran soddisfazione... e il panorama dai 27 metri è stato impagabile.

Oggi però ho raggiunto il massimo di soddisfazione ed euforia. Sinceramente, stamattina non ero di ottimo umore e nemmeno convinto di voler arrampicare, avevo paura di non riuscire ad impegnarmi per via di quel senso di apatia che mi aveva investito... ma alla fine ho visto la mia mano porgere gli 800Bt per il pomeriggio di arrampicata. Ormai era fatta, non si poteva tornare indietro. "Spero che mi passi. Devo concentrami sulla parete e sul fatto che alla fine sarò felice di averlo fatto. Ok!".


Alle spalle del nostro resort (Diamond Private Resort, bella e spaziosa camera dotata di tutto a 1.500Bt in due) si erge imponente una di queste famose rocce che da subito ci ha intrigato parecchio, Phranang Nai Cave... "Che livello di difficoltà sarà?", "Ci saranno vie di salita?", "Dev'essere bello poterla risalire". Pensato e fatto: per il secondo giorno di climbing ci hanno condotti proprio lì. In totale abbiamo fatto tre vie, da 6a a 5a+, con passaggi però non sempre così "immediati" per via di tratti lisci. Subito alla prima discesa mi sono fatto male al ginocchio destro, ormai giunto a 1 metro dal suolo non ho notato una sporgenza e... ho visto invece le stelle per un breve istante. Pensavo di sentire più dolore una volta appoggiato il peso sulla gamba, tutto nella norma (solo una lieve difficoltà a piegarla del tutto), così ho deciso di proseguire. La seconda salita è stata bella ma non eccessivamente impegnativa... dopo il 6a del giorno precedente, ci voleva ben altro.

Io devo smettere di pensare.

Il tempo ha iniziato a cambiare: qualche nube scura in avvicinamento, tuoni in lontananza, qualche raffica di vento. Per ora si prosegue ad arrampicare. Osservandola dal basso, l'ultima salita mi ha in parte impensierito per via di un tratto in diagonale un po' liscio (che alla fine si è rivelato non così impegnativo) e degli ultimi 6 metri molto dritti: quindi due passaggi realmente complicati da metà in poi - quando devi sganciare i rinvii per  riuscire a proseguire... in discesa ti fermi a rimetterli in sede - ma sei sovrastato da questa formazione di rocce e, una volta in cima, la vista si può perdere in una natura lussureggiante e foltissima. Altro fattore di preoccupazione è stato dover aspettare la salita di due climber prima di me... il tempo stava peggiorando e non avrei voluto mancare quella salita... mi stava "chiamando". Chi ben inizia... ha iniziato a cadere qualche goccia  proprio una volta terminato di assicurare la mia cima, poca roba ma ho intuito la sollecitudine della mia guida ad iniziare l'arrampicata quanto prima: "Climbing!", "Climb on!". Durante il primo terzo di parete ha iniziato a soffiare un forte vento, e ho sentito qualche goccia più frequente sul mio corpo. "Bene - ho pensato -, se inizia a piovere più forte sono fo....o!". Quando qui piove non scherza affatto! E dicono che la roccia diventi scivolosa... 

Ma non avevo detto che devo smetterla di pensare?!... 30 secondi più tardi ha iniziato a piovere con maggiore intensità. A tratti la parete è abbastanza protetta dalla pioggia e dal vento sempre più forte, raffiche intense e talvolta improvvise. Giunto al primo rinvio il rumore del vento talvolta sovrasta la voce della guida che stava facendomi sicurezza, così quando mi ha gridato "Rimuovi il rinvio!" (in inglese, ovvio) non ero del tutto sicuro di aver sentito bene... pensavo di doverlo solamente sganciare, ma alla fine ho fatto scivolare il rinvio lungo la mia fune. "Ok" sento dal fondo; bene, ho fatto la cosa giusta. Il secondo rinvio era esattamente all'inizio del tratto più liscio sul quale bisogna salire in diagonale verso sinistra per giungere poi all'ultimo tratto praticamente verticale. Qui, sinceramente, mi sono preoccupato: la logica voleva che ora facessi la stessa cosa fatta al passo precedente, rimuovere il rinvio, ma il pensiero di iniziare ad oscillare come un pendolo in caso di malaugurata caduta non era una gran cosa. Col vento poi...
D'intuire cosa stesse dicendo la mia guida era praticamente impossibile... ho rimosso istintivamente il rinvio, poi tenendomi con forza con entrambe le mani ad un appiglio e puntando bene i piedi, mi sono sporto leggermente per intravedere la mia guida... mi fa ok con la mano, anche stavolta è andata.

Ho notato che ormai ero solo io su quella parete... giù tutti erano spariti, solo qualche corda e stuoia abbandonata. Anche la ragazza che stava salendo su una via parallela la mia e poco sotto di me non c'era più... la concentrazione era tale che non mi ero accorto di nulla. Peccato che sporgendomi sono stato lavato da una raffica di pioggia e le mani si sono un po' inumidite. "Va beh, di rinunciare non se ne parla nemmeno, al massimo mi metterò a penzolare un po'... tanto mi sono già fatto male." Ho "infarinato" per bene le mani e mi sono concentrato, sentivo la roccia diventare più umida e scivolosa sui tratti più lisci... è stato qualcosa di grandioso, qualcosa mi ha spinto e ho fatto gli ultimi metri in breve tempo: sono giunto in cima, ho toccato l'ultimo anello... e sono stato investito da una doccia di acqua quasi tiepida. "Good job!" mi urla la guida ed inizia a farmi scendere subito... discesa molto veloce, sotto un getto continuo di vento e pioggia intensissima: sembrava di essere davvero sotto dentro un autolavaggio. Le scarpe che scivolano sulla roccia fradicia... questa volta presto molta attenzione alle eventuali sporgenze sotto di me. Discesa un po' a pendolo per via delle raffiche.

Ma quella discesa rapida è stato puro piacere e divertimento... farsi accarezzare ed investire dalla pioggia torrenziale e dal forte vento è stata un'esperienza che non dimenticherò mai. Io, la roccia e gli elementi atmosferici! Mi sono messo a sorridere dalla gioia, lavato da cima a fondo ma infinitamente soddisfatto... quell'arrampicata che sembrava "Non è da farsi..." mi ha reso felice come un bambino. Anzi, per dirla esattamente come l'ho provata, è stato quasi un orgasmo.

Quest'ultima arrampicata mi rimarrà sempre dentro... "Great!", esattamente ciò che ho esclamato appena messomi anch'io al riparo sotto il piccolo bungalow dove già si erano riuniti gli altri climber con le loro guide, grondante acqua e appagamento.

Stare seduto sotto quel riparo, insieme ad altre persone che avevano condiviso la magia dell'arrampicata e goduto come me del paesaggio circostante, è stato un altro momento magico: atmosfera di gioia, soddisfazione, empatia e sorrisi... una ragazza mi ha porto un asciugamano... mi è quasi dispiaciuto togliermi di dosso quelle "magiche" gocce di pioggia. Ho provato il thai té, eccezionale equilibrio di latte condensato, té thailandese e latte montato a schiuma... un mélange di aromi coinvolgente... ne ho bevuti due. Io e il mio amico ci siamo guardati e sorriso con estrema soddisfazione. Siamo rimasti lì ad ammirare quella fitta foresta che abbraccia in ogni dove le alte rocce dai colori variegati.

Ora sono dolorante e un po' claudicante... ma credetemi, lo rifarei altre 100 volte.


All'inizio ero un po' scettico, ma mi sono ricreduto: un altro angolo di paradiso, conformazione naturale differente ma molto suggestiva... se cercate un luogo dove sentirvi immersi nella natura primordiale questo è uno di quelli.
Un abbraccio!

 

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