lunedì 26 novembre 2012

Notte in stazione a Phitsanulok... incontri

Ieri pomeriggio sono partito a malincuore da Sukhothai, sarei rimasto volentieri ancora qualche giorno per giravagare ulteriormente tra le rovine e farmi rapire da quell'ancestrale magia che esse trasudano. Forse ci tornerò... vedremo.


Giunto alla stazione degli autobus, la gentile signora che vende i biglietti mi comunica che per quel giorno tutti gli autobus sono "full"... not good news!
"Ah, perfetto! - esclamo io un po' disorientato -, dovrei prendere il treno stanotte per Bangkok".
"Ok, wait just moment and i find how can i help you" risponde lei con un'espressione non del tutto rassicurante. I minuti passano e vedo i bus partire in direzione Phitasnulok stracolmi di gente... in effetti, erano tutti pressati; ma a me non interessava, sarei stato disposto anche a stare legato sul tetto del bus pur di riuscire a partire in tempo.

Dopo più di 20 minuti in cui nulla accade - la signora sembra essersi dimenticata di me - prendo lo zaino ed inizio a vagare per la stazione chiedendo un passaggio a qualche mini bus dei tour... vanno tutti a Nord! Di taxi nemmeno l'ombra, ora che mi servirebbe e sarei disposto a pagare anche un extra... così, un po' sconfortato e grondante di sudore, mi avvicino ad un tuk-tuk: "How much to go in Phitsanulok" domando con un ampio sorriso al conducente. Lui mi guarda e percependo la mia necessità - sicuramente mi ha visto girare in lungo e in largo per la stazione -  mi spara una cifra decisamente esagerata, 1.250Bt... mi sembra decisamente troppo per fare poco più di 50 Km. Così lo ringrazio - con un sorriso questa volta un po' ironico - e mesto mesto me ne torno indietro.

Va beh, inizio ad entrare nell'ottica di stare qui stanotte... tornare a Sukhothai è impensabile per via del festival; così mi guardo intorno per individuare una panchina abbastanza lunga che sarebbe diventata in seguito il mio giaciglio. Poca acqua, nulla da mangiare (forse ho visto un bar) e sfinito dal caldo... sarebbe stato un lungo pomeriggio e una ancor più lunga nottata.

Ma visto che quando smetti di cercare le cose ti arrivano, poco dopo mi si avvicina la signora e mi dice che c'è un bus in partenza per Phitsanulok... è al completo ma ci sono ancora ancora dei posti in piedi. Ok, va benissimo... la ringrazio e corro al bus.

Il tragitto è durato poco più di un'ora, ovviamente - poteva forse essere diversamente? - sotto una gelida aria condizionata... sentivo la camicia ormai letteralmente intrisa di sudore raffreddarsi sempre più e gelare la pelle (Holé, ancora antibiotici!). Comunque, alla fine sono arrivato a destinazione con qualche ora di anticipo rispetto alla ipotetica partenza del treno... qui tutto è spesso approssimativo (ne avrei avuto l'ennesima conferma da lì a breve).

Chiedo un biglietto per il treno diretto a Bangkok ("Evvai, ce l'ho fatta!) e il bigliettaio mi presenta il costo di 1.664,00 Bt ("Ah..."); "But, isn't possible the second class?" domando io sconcertato.
"Not, first class only and it's the last one... the train is full" mi risponde con un sorriso. E va bene, facciamoci il viaggio da signori... ne avrei fatto a meno. Tiro fuori le carte di credito e le appoggio sul bancone (devo scegliere quella di cui mi ricordo a memoria il codice se dovesse servirmi)... individuata e la porgo al cassiere. In quel momento si avvicina un signore, dall'aspetto europeo e sulla settantina, che mi dice in perfetto inglese "Stai attento a quando tiri fuori le carte di credito e le appoggi da qualche parte; tirane fuori solo una alla volta e non distrarti mai... potresti dimenticarle per la fretta o distrazione, e ci vuole un attimo che se ti distrai qualcuno possa facilmente prenderne una."

In effetti, ormai abbastanza stanco sovrappensiero, le avevo lasciate incustodite... fortunatamente non c'era nessuno nei paraggi. Mi è già bastato perdere la sim del mio Paese... basta e avanza.
Lo ringrazio sentitamente, poi iniziamo a fare quattro chiacchiere: lui è di Parigi, viene in Thailandia dal 1987 e conosce bene molti luoghi. Percependo la mia stanchezza (evidentissima) si offre di accompagnarmi al mercato notturno vicino alla stazione per consigliarmi dove acquistare del buon cibo e della frutta per il viaggio... mi fa vedere che anche lui ha due sacchetti con noodles ed ananas.
Per la stanchezza mi metto a parlare un po' in inglese e a rispondere un po' in francese (la bocca ormai va scollegata dal cervello)... mi scuso e lui mi sorride "No problems. You speak better french than english. Good!"... che scoperta, penso io. Mi presenta al venditore ambulante di fiducia e dopo il mio rifornimento di cibo mi saluta... forse ci si vedrà ancora in stazione più tardi, anche lui è diretto a Bangkok.

Orario di partenza 23.39... mancano 5 ore. Lascio lo zaino al deposito bagagli (20Bt) e vado alla ricerca di un 7Eleven per comprare acqua e il mio croissant per la colazione. Poi, stanco di girare a vuoto nuovamente tra le bancarelle del mercato, mi siedo all'aperto in un bar adiacente l'ingresso della stazione: bella musica, video che proietta una gara di auto sportive... mi bevo un paio di Coca Cola e mi metto a scrivere sul mio diario (non c'è la connessione wi-fi).

Ancora più di tre ora alla partenza... non posso certo gonfiarmi di bevande gassate fino a tarda sera. Saluto lasciando una buona mancia (è consuetudine dare circa il 10%, non è richiesto ma è buona abitudine... e ti fai amici i gestori e le cameriere dei locali, può essere una buona cosa se decidi di tornarci spesso) e torno al supermercato per comprare uno spray anti zanzare (mi hanno massacrato già a sufficienza... la prima volta).

L'attesa in stazione si è rivelata interessante e fruttifera sotto l'aspetto dei rapporti umani: mi siedo su una panchina libera e saluto un thailandese incontrato qualche ora prima alla toilet della stazione, entrambi ci stavamo rinfrescando e ci siamo scambiati qualche frase di cortesia e curiosità. Lui è ancora sorridente... è facile incontrare e rapportarsi speso con persone locali sorridenti, per molti parrebbe una condizione perenne. Bello!
Appena seduto, una signora seduta poco dietro me, vedendomi sorridere nel salutare il thailandese appena incontrato, mi sorride a sua  volta ed io ricambio. Qui, a volte basta un incriocio - anche fortuito o casuale - di sguardi per far scaturire un sorriso spontaneo e un saluto... come sarebbe bello che anche nel mio Paese ci fosse questa predisposizione naturale ad aprirsi al prossimo e agli sconosciuti.
In un inglese molto approssimativo (finalmente qualcuno che parla peggio di me) "Da dove vieni?" mi domanda.
"Dall'Italia, - rispondo io - Starò qui qualche mese."
"Ti piace la Thailandia?"
"Moltissimo, la adoro" le confermo io con un ampio sorriso.
"E quando tornerai a casa?"
"Forse l'anno prossimo, fra tre o quattro mesi... no so."
A questa mia affermazione, un signore sedutole accanto inizia a parlare con lei, ogni tanto mi fissano... forse non sono abituati ad incontrare qualcuno che sta in giro così a lungo... o forse no, sono solo uno dei tanti.

Indosso le mie cuffie per ascoltare un po' di musica e ripetere il gioco di osservatore fantasioso ed estraneo al contesto quando improvvisamente un'anziana signora alle mie spalle inizia a ridere di gusto... capisco che si riferisce alla cuffie ed io mimo ed enfatizzo due grandi orecchie. Lei continua a ridere.
Poi, incuriosito dal fatto che io stessi scrivendo accovacciato sullo zainetto, l'uomo incontrato precedentamente si sporge verso di me e mi domanda cosa stessi scrivendo: spiego che ogni due/tre giorni scrivo sul mio blog e dal momento che in stazione non c'è il segnale wi-fi per il momento trascrivo su carta le sensazioni di questo mio viaggio e racconto delle persone che vedo e incontro... come in quel preciso istante.
La cosa gli piace... così gli porgo il diario e gli domando se vuole scrivermi qualcosa e anche il suo nome: "I'm Sagaring, live in Thailand. You goodluck."
A sua volta, mi porge la copia del libro che sta leggendo (Il codice da Vinci) e mi chiede di scrivere qualcosa sulla prima di copertina... lo faccio con estremo piacere "In my long journey, every person that i meet is a gift. Good luck to my new friend" e firmo.

Quante esperienze e sensazioni stupende (forse uniche) mi sta regalando questa avventura... come ho detto l'altra notte alla venditrice di lampade "Sono un uomo fortunato."

Il nostro dialogo è proseguito all'esterno fumandoci una sigaretta (anche qui è proibito fumare in stazione) e mi racconta che anche lui è diretto a Bangkok, scrive di politica e che più avanti tornerà nella sua città (di cui non ricordo ovviamente il nome), un bellissimo posto sull'oceano. Poi, indicando le ragazze del bar dove ero stato poco prima, afferma sorridendo "Belle ragazze, vero? Se vuoi puoi fare sesso con loro."
"Non sono qui in Thailandia per il sesso facile, - rispondo gentilmente - Sono qui per conoscere le persone, la cultura, migliorare interiormente e capire se posso rimanere qui. Comunque, è vero... le ragazze thailandesi sono bellissime."
"Capisco. Bella cosa."

In queste prime settimane, ho avuto modo di conoscere diverse persone: due ragazzi tedeschi (Sabine e il suo compagno di cui non ricordo purtroppo il nome) coi quali ho condiviso momenti di scambio e risate presso la guesthouse a Sukhothai e quando ci si incontrava per caso durante le nostre visite nel vasto parco storico; Patrick, un olandese (credo fosse oltre i 70) che con la sua bicicletta attrezzata con apposite borse e zaino stava girando la Thailandia... ci siamo messi a parlare un po' la mattina del mio check-out dalla guest house; Paula, un'interessante ragazza di Santiago del Cile che da tempo aveva lasciato la sua professione di medico per girare il mondo, attualmente era in Thailandia dopo sei mesi in Australia e precedentemente in altri Paesi... l'ultima notte siamo stati seduti a bere una birra nel locale dove ci siamo conosciuti qualche giorno prima (le gestrici del bar ci hanno lasciati liberi di stare lì fin che volevamo) guardando le foto fatte con la sua reflex digitale (peccato che il mio inglese non fosse al suo livello); Cinzia, una bella ragazza italiana (finalmente!) se non ricordo male della provincia di Monfalcone (il caso... ho passato da quelle parti un anno della mia vita) trapiantata a Londra da qualche anno (del tipo "Esco a comprare le sigarette e torno...") conosciuta stanotte in stazione e con la quale ho parlato e condiviso molto volentieri... era diretta a Chiang Mai ed in seguito sulle isole... ci siamo ripromessi di incontrarci su una di queste nei prossimi giorni, lo spero perché mi è parsa una persona solare e mi ha trasmesso una bellissima energia positiva... e ha fatto scaturire in me qualcosa da tempo sopito.

Insomma, questo viaggio mi sta offrendo un notevole scambio interpersonale... è semplicemente fantastico... e sono solo all'inizio.

Ieri ho sperato nel ritardo del treno... e qualcuno mi ha ascoltato! Peccato che speravo ritardasse con me a bordo, sdraiato a rilassarmi. Sono partito con 3 ore di ritardo... in stazione ormai poche persone, tutte sdraite sulle panchine a dormire o sedute con la testa a ciondoloni. Ho trovato il tempo di fare tutto e di più: leggere, mangiare dei crackers mediocri comprati al solito supermercatino, gustarmi il mango preso al mercato notturno (ancora grazie amico per il coltellino)... e spazzolarmi i denti seduto davanti al binario numero due (di per se immagine alquanto pittoresca... non sapevo che altro inventarmi per far passare il tempo). Fortunatamente, la cuccetta si è rivelata più che decente: privata, con lavandino annesso (che bello potersi rinfrescare!), aria condizionata che ho spento immediatamente - ci ho messo più di qualche minuto per interpretare i caratteri simbolici dei tasti... fondamentalmente sono andato a caso - e letto comodo (della lunghezza giusta). Non è che abbia dormito molto, gli scossoni mi "cullavano" continuamente e l'insonorizzazione... beh, una scatola di cartone di prima classe forse avrebbe reso un confort maggiore. Alla fine sono crollato... forse ho dormito tre ore.

Giunto qui Bangkok, per arrivare alla guest house (Secret Garden... mi sono trovato bene e mi piace il nome) ho deciso di prendere un tuk-tuk dopo aver trattato sul prezzo, dai 200Bt da loro chiesti sono arrivato alla metà... e comunque ho pagato più del solito. La mia prima esperienza su questo mezzo di trasporto... divertentissimo, sembrava di stare su un go-kart, rigido e rumoroso grazie alla sua marmitta elaborata... qui il tuning performante ed estetico è diffusissimo, dai più semplici motorini fino alle autovetture (spesso esagerate) sembra di rivedere The Fast and the Furious.

 
Nice day!
  

1 commento:

  1. Eccomi qui, non preoccuparti che anche se non mi faccio sentire, seguo quotidianamente il tuo blog appena posso... la cosa più bella in quello che scrivi è sentirti sereno e tu lo confermi scrivendo. Sei solo all'inizio, ma ti auguro di conservare questo entusiasmo fino alla fine!
    Riguardo a quello che hai scritto, anche li c'è la cultura della contrattazione sul prezzo? in Cina è d'obbligo anche se a me non piace di principio se il prezzo è giusto...

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